Che significato attribuiamo alla frase: crescere significa modificare le proprie abitudini. In questo articolo desidero portare la mia testimonianza clinica ed elencare una serie di elementi che riscontro quotidianamente nella mia pratica privata. La domanda ricorrente sembra essere "Cambiami senza cambiarmi". Il dilemma è fitto quando la soluzione attuata diventa il problema stesso.
Ti è mai capitato di imbatterti in un problema, desiderare ardentemente di liberartene ma paradossalmente mettere in atto azioni che ne aumentano l’intensità ? Lavorando in studio privato, mi accade spesso di imbattermi in persone che stanno attraversando un periodo molto doloroso e non trovano via d’uscita. Ascoltando le loro storie, mi rendo conto quanto risulti difficile uscire dalla logica della soluzione. A fronte di un problema, spesso, le persone che sento si interrogano su come possano modificare la situazione esterna che procura loro disagio, piuttosto che ragionare su come agire dall’interno. Il mio consiglio è sempre quello, ovviamente dopo un’attenta valutazione e a seconda degli eventi in questione, di provare prima di tutto a fare un bilancio. Cosa significa rimanere in questa situazione ? Quali sono le azioni sinora tentate ma risultate vane ? Cosa cambierebbe se il problema non ci fosse più ?
Come è possibile crescere cambiando le proprie abitudini ?
- Il primo passo che consiglio è quello di accettare il problema per quello che è, fermando l’immagine al presente, ascoltando l’effetto che essa ha a livello mentale (quali pensieri mi genera ?), corporeo (quale emozione mi suscita e dove la sento ?) e comportamentale (quali azioni mi spinge a compiere ?).
- L’idea principale è quella di concentrarci sulle emozioni, in quanto considero il corpo un veicolo molto prezioso di informazioni e molto pulito da contaminazioni culturali. La mente giudica, razionalizza, analizza, il corpo difficilmente mente e fornisce informazioni importanti rispetto a come stiamo in un dato momento a fronte di una data situazione.
- Definizione del problema: nelle fasi successive invito la persona a definire il problema, sviscerandolo minuziosamente. Quanto più tempo dedichiamo alla definizione del problema, tanto minore sarà quello impiegato a cercare una soluzione. Per fare ciò si rende necessario osservare il problema da più prospettive (come descriverebbero la situazione altre persone significative ?).
- Identificare un obiettivo: Una volta definito il problema risulta necessario chiarire a noi e agli altri, quali sarebbero i cambiamenti concreti che una volta realizzati farebbero capire con certezza alla persona che il problema è stato risolto. Risulta fondamentale immaginare i cambiamenti attesi e i benefici che ci si attende.
- Valutare le soluzioni tentate: insieme ci concentriamo sui tentativi falliti, cercando di scovare le motivazioni che hanno spinto la persona ad agire in un determinato modo ed evidenziando eventuali schemi ripetitivi e reiterati, appresi, sedimentati, ma che risultano inefficaci. Il presupposto che mi guida è che lo stesso problema, vissuto in momenti diversi, richieda soluzioni diverse. Eppure l’essere umano con una certa frequenza tende ad applicare la stessa soluzione a problemi o situazioni simili.
- La tecnica dei due estremi: Chiedo alla persona di immaginare lo scenario peggiore, indicando tutte quelle cose che dovrebbe fare se volesse peggiorare la situazione ed immaginarne gli effetti. Tendenzialmente questo scenario produce rifiuto verso tutte le azioni fallimentari e sollecita la persona interessata a trovare soluzione alternative.
- Immaginare lo scenario atteso:ovvero, pensare in modo dettagliato alla vita oltre il problema, quando non sarà che un vano ricordo del passato. L’idea di immaginare una condizione ideale post problema, consente di capire le possibili controindicazioni nella realizzazione dell’obiettivo e valutarle preventivamente.
- Una volta identificato un obiettivo ed una condizione ideale attesa, sarà necessario procedere a piccoli passi, sostenendo la persona in ogni scenario possibile e ricordando quanto sia importante agire lentamente ma con determinazione. La verifica costante dei progressi, aiuta a sostenere la motivazione e a pensare che ogni grande impresa inizia da un piccolo passo. Nel percorso si può aggiustare il tiro, iniziando da una situazione alla volta, possibilmente quella più accessibile al momento.
E’ importante valorizzare e non giudicare quanto fatto sino ad oggi. Ogni percorso è stato importante e ci ha insegnato qualcosa ….. il meglio deve ancora venire.
Dott.ssa Patrizia Ferrari
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